Parodontite: cos’è, i sintomi e come si cura!

Parodontite: cos’è?

La Parodontite è una patologia caratterizzata dall’alterazione/perdita dei tessuti parodontali: gengiva, osso alveolare, cemento radicolare e legamento parodontale. La Parodontite ha carattere progressivo. Se non trattata, può determinare la perdita del dente e della dentatura.

Etiologicamente è una malattia infettiva che riconosce in molteplici batteri saprofiti del cavo orale, definiti parodontopatogeni, i suoi agenti causativi. I batteri parodontopatogeni costituiscono una parte integrante del biofilm che ricopre tutti i tessuti dentali e orali: la placca dentaria.

La placca dentaria, se non rimossa efficacemente durante le manovre d’igiene orale domiciliare, tende a maturare e, durante tale processo, si seleziona una popolazione gram negativa, anaerobia, ricca di batteri parodontopatogeni. L’accumulo di placca determina sempre gengivite, una patologia infiammatoria dei tessuti gengivali, caratterizzata da sanguinamento gengivale anche spontaneo. Il sanguinamento gengivale è sempre espressione di patologia.

Gengivite e parodontite si possono considerare come un continuum di una patologia infiammatoria cronica in cui la parodontite rappresenta il secondo stadio della patologia ed è caratterizzata dalla distruzione irreversibile del legamento alveolo dentale.

In alcuni soggetti, la gengivite può divenire parodontite, patologia caratterizzata da una disbiosi del biofilm batterico, dall’insorgere di un’infiammazione cronica e dalla distruzione dei tessuti di supporto dentale, fra cui l’osso alveolare.

E’ pertanto necessario un certo grado di suscettibilità alla parodontite, che si caratterizza in una tendenzaiper-infiammatoria dei tessuti gengivali. Tale suscettibilità può essere innata o acquisita. La suscettibilità innata si esprime di solito con un fenotipo iper-infiammatorio caratterizzato da elevata risposta citochinica (IL-1β, PGE2, TNF-α, ecc.) e da alterazioni della risposta immunitaria.

La suscettibilità acquisita è solitamente espressione sia di alterazioni patologiche (diabete, obesità, ipercolesterolemia, sindrome metabolica) sia di abitudini comportamentali errate quali il tabagismo e un alto livello di stress.

Se l’infiammazione parodontale, stimolata dai batteri parodontopatogeni, non si risolve, progredisce fino a determinare la distruzione del legamento alveolo-dentale e quindi la perdita del dente e della dentatura.

 

Parodontite: chi colpisce e quali sono i sintomi?

La parodontite è una delle patologie più diffuse del globo. Nelle popolazioni occidentali la prevalenza sopra i 35 anni è del 47%, e supera il 60% negli over 65. I casi gravi, a rischio di perdita dentaria nel breve medio-periodo, sono il 10-15% della popolazione.

La parodontite grave e avanzata è considerata la sesta patologia più diffusa al mondo, colpendo in media l’ 11% della popolazione, pari a 750 milioni di persone al mondo, 7-8 milioni in Italia. Il picco d’incidenza della malattia è fra la terza e la quarta decade di età.

Clinicamente può essere silente o presentarsi con sanguinamento gengivale, spontaneo o allo spazzolamento, alitosi, gonfiore gengivale, spostamento e mobilità dentale. La diagnosi è posta tramite un esame che consiste in un sondaggio dei solchi gengivali volto a stabilire la presenza di distruzione del legamento alveolo-dentale; per completare la valutazione clinica può essere inoltre necessario un esame radiografico accurato.

La patologia assume varie forme: le più diffuse sono la parodontite aggressiva, solitamente prevalente nella popolazione giovanile, quella cronica, più diffusa, e quella necrotizzante caratterizzata da necrosi dei tessuti parodontali superficiali.

La parodontite, in particolare se la diagnosi è posta precocemente e comunque prima della distruzione di gran parte del legamento alveolo-dentale, è trattabile in modo efficace ed efficiente nella maggior parte dei pazienti.

 

Parodontite: come si cura?

La terapia consta di varie fasi. In primis è necessario rimuovere placca e tartaro, insegnare al paziente una corretta detersione orale, con particolare attenzione agli spazi interdentali, e promuovere l’adozione di stili di vita sani.

E’ necessaria poi un’accurata rimozione della placca presente sotto il margine gengivale grazie alla
procedura di levigatura radicolare o root planing. Solitamente in questa fase, definita terapia causale,non si eseguono approcci chirurgici. Nei casi più gravi si utilizza un antibiotico sistemico somministrato a copertura e in seguito alla dispersione meccanica del biofilm sottogengivale.

Il paziente sarà successivamente rivalutato e, se vi sono ancora segni di malattia, si procederà a una fase chirurgica, in cui è possibile in certi casi anche ricostruire e rigenerare i tessuti perduti. Una volta che la patologia è sotto controllo, è necessario avviare il paziente in una fase di monitoraggio e terapia di supporto che, insieme all’igiene orale domiciliare è il caposaldo della necessaria prevenzione secondaria; infatti la mancanza di follow-up si associa a un elevato il rischio di recidiva.

[Fonte: Documento Congiunto AMD-SID-SIdP – “Diabete e Parodontite”]

 


 

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